Il triangolo dell'esposizione è una delle prime cose che dovresti imparare a padroneggiare se vuoi imparare a scattare foto e realizzare video in modo professionale.
Non a caso nei miei corsi lo spiego nelle primissime lezioni perché ritengo che sia la cosa più importante da conoscere quando sei agli inizi, che tu faccia foto o video.
Il 90% dei concetti relativi all'esposizione valgono sia per le fotografie che per i video e in questa guida parlerò in parallelo di entrambe le cose.
Soprattutto approfondirò l'ambito video che un po' differisce da quello fotografico e che più mi appartiene.
Il percorso della luce
Ebbene sì, la luce fa un percorso ben preciso quando utilizziamo una fotocamera.
Prima di parlare nel dettaglio di ciascuno dei 3 parametri del triangolo, facciamo un passo indietro e vediamo cosa succede in una fotocamera nel momento in cui viene scattata una foto.
Succede la stessa cosa anche per un video, solo che succede circa 25/30 volte al secondo mentre per una foto succede 1 sola volta: al momento dello scatto.
Punta la fotocamera e scatta! Ecco cosa hai appena messo in moto:
La luce entra attraverso la lente frontale dell'obiettivo e percorre tutta la sua lunghezza fino ad arrivare alla base dello stesso.
Qui incontra il diaframma: un elemento metallico che separa la macchina dalla lente e che può essere più o meno chiuso, lo decidi tu.
La luce passa attraverso il diaframma, entra nel corpo della fotocamera e va a colpire il sensore digitale.
Il sensore però è coperto dallo shutter o otturatore, un altro elemento configurabile.
Lo shutter si apre per una frazione di secondo liberando il sensore ed esponendolo alla luce. Quel tempo lo decidi tu.
La luce colpisce il sensore, il sensore manda tutte le informazioni digitali ricevute (bit) al processore della fotocamera che le elabora e “produce” la foto.
Il sensore può essere più o meno sensibile alla luce. Una volta si utilizzavano pellicole analogiche composte da materiali con diverse sensibilità, scelte in base alla situazione di luce della scena. Con l'avvento del digitale, questo parametro viene simulato per rendere il sensore più o meno sensibile e si chiama ISO.
Seguendo il percorso della luce abbiamo dunque individuato i tre parametri che compongono il triangolo dell'esposizione: diaframma, shutter e ISO.
Tutti e 3 i parametri sono modificabili e la loro impostazione può cambiare radicalmente il risultato finale, sia esso una foto oppure un video.
La cosa da tener ben presente sin dall'inizio è che ogni parametro ha un significato e produce effetti diversi ma ISO, shutter e diaframma sono strettamente legati e si influenzano a vicenda. In altre parole non puoi impostare arbitrariamente uno dei 3 ignorando completamente gli altri.
Al contrario dovrai imparare a ragionare su 3 parametri allo stesso momento cambiando i valori e trovando il miglior compromesso per ottenere lo scatto o il video voluto.
Bilanciare l'esposizione
Il primo obiettivo del triangolo dell'esposizione fotografica è ottenere una foto bilanciata che non sia né sottoesposta né sovraesposta.
Una foto sottoesposta è troppo buia, scura, le ombre sono troppo invadenti e nelle aree più scure non ci sono più dettagli. Si ha una situazioni di nero totale: nessuna informazione.
Una foto sovraesposta invece è troppo luminosa, la luce ha preso il sopravvento e i bianchi sono troppo forti. Nelle aree più luminose (alte luci) non c'è più nessuna informazione, nessun dettaglio.
La luce quindi deve essere bilanciata e l'esposizione di conseguenza sarà corretta.
Impostando opportunamente i tre parametri, riuscirai ad ottenere un'esposizione bilanciata.
Modificando ISO, diaframma e Shutter infatti, avrai un'immagine più o meno luminosa.
Questo è il motivo principale per cui ognuno dei 3 parametri va impostato anche a seconda di come sono impostati gli altri.
Ad esempio, se apri al massimo il diaframma, probabilmente entrerà troppa luce e dovrai compensare modificando il valore di shutter o ISO.
Il Triangolo dell'esposizione
Vediamo finalmente nel dettaglio ciascuno dei 3 parametri: ISO, diaframma e shutter.
ISO
Il valore ISO è probabilmente il più semplice da spiegare e da impostare.
Indica la sensibilità del sensore alla luce, praticamente la sua tolleranza alla luce stessa.
Nella maggior parte dei casi è meglio usare il valore più basso consentito dalla fotocamera, che di solito è 100.
Va detto che esistono eccezioni come ISO nativi e Dual ISO ma parliamo di caratteristiche piuttosto avanzate che non ha senso approfondire qui.
La regola è molto semplice: si parte dal valore più basso e si tende ad aumentarlo in situazioni notturne o di scarsa luce, come ad esempio in ambienti chiusi e poco illuminati.
L'ISO infatti va proprio a colmare condizioni di scarsa luce.
Attenzione però: se utilizzi ISO troppo alti rischi di diminuire la nitidezza dell'immagine, in particolare puoi introdurre quello che si chiama rumore video o digital noise.
Si tratta di un effetto piuttosto sgradevole, una specie di grana artificiosa che compare sull'immagine, dovuta al fatto che il sensore non ha abbastanza luce (e quindi informazioni) per elaborare un'immagine pulita.
Le fotocamere mirrorless di nuova generazione possono essere spinte anche a valori di ISO molto alti. Fai comunque attenzione a non esagerare e considera che è sempre meglio avere una scena ben illuminata e utilizzare ISO bassi che dover compensare con ISO alti una scena poco illuminata.
I valori di ISO partono di solito da 100 e ad ogni scalino (stop) aumentano del doppio: 100, 200, 400, 800, 1600, 3200...
diaframma
Il diaframma è un elemento metallico, formatto da una serie di lamelle che si chiudono a ventaglio ed è solitamente posto alla base degli obiettivi.
In base al valore di apertura, fa entrare più o meno luce nel corpo macchina.
Anche in questo caso quindi il valore del diaframma ha a che fare con la quantità di luce che colpirà il sensore: più aperto = più luce, meno aperto = meno luce.
Il diaframma è strettamente legato al concetto di profondità di campo. Qui puoi trovare un approfondimento completo sul tema.
Spiegato in breve:
Diaframma molto aperto: profondità di campo ridotta. Il soggetto a fuoco viene isolato dal contesto (effetto sfondo sfocato che si utilizza ad esempio per i ritratti)
Diaframma molto chiuso: profondità di campo elevata. L'area a fuoco nell'immagine è molto più vasta (si utilizza per esempio per le foto di gruppo o di paesaggi)
In pratica il diaframma controlla quanto sarà vasta l'area completamente a fuoco nell'immagine.
I valori di diaframma derivano dalla progessione di una radice quadrata e quindi funzionano al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare. Valori bassi indicano diaframmi aperti, valori alti indicano diaframmi chiusi.
Potrai trovare i valori indicati in questo modo: f/1.4, f/2, f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11, f/16, f/22 dove f/1.4 corrisponde ad un diaframma molto aperto mentre f/22 ad un diaframma molto chiuso.
La cosa ideale da fare, specialmente nelle foto, è quella di utilizzare diaframmi intermedi, né troppo aperti, né troppo chiusi. Questo permette di sfruttare a pieno le qualità della lente.
Inoltre diaframmi molto aperti sono molto difficili da gestire perché l'area a fuoco è molto ridotta e diaframmi troppo chiusi possono produrre immagini poco nitide.
In situazioni di poca luce ti troverai comunque ad utilizzare valori di diaframma molto aperti e questo si fa, specialmente nel video. Attenzione però perché più il diaframma è aperto e più è difficile mantenere un soggetto a fuoco.
Se invece ti trovi all'aperto in pieno giorno potresti essere costretto ad utilizzare diaframmi molto chiusi. A quel punto ti consiglio di utilizzare un valore intermedio e munirti di filtro ND. Qui un approfondimento sul tema.
Anche in questo ogni valore è il doppio del precedente e la metà del successivo.
shutter
L'otturatore o shutter copre il sensore liberandolo alla luce solo per una frazione di secondo, quella necessaria a realizzare lo scatto.
Infatti sarebbe più corretto parlare di shutter speed o tempo di scatto, ovvero della precisa durata in cui il sensore rimane esposto alla luce per poi essere di nuovo coperto.
Questo tempo influisce sulla quantità di luce che colpisce il sensore e quindi ancora una volta: tempi lunghi significano più luce, tempi brevi significano meno luce da gestire.
Lo shutter viene indicato in secondi e più precisamente in decimi, centesimi e millesimi di secondo.
I valori che puoi trovare sono infatti: 1/50, 1/60, 1/100, 1/500, 1/2000... ovvero un cinquantesimo di secondo, un centesimo di secondo e così via. Li puoi trovare indicati anche con una singola cifra ma il significato è lo stesso (50, 60, 100, 500, 2000).
Anche lo shutter produce dei risultati diversi a seconda di come viene utilizzato.
Tempi brevi: permettono di bloccare un soggetto nello spazio (si utilizzano ad esempio per gare sportive o per bloccare soggetti in movimento).
Tempi lunghi: producono particolari effetti creativi legati al movimento ma solo negli scatti fotografici. (Ad esempio l'effetto setoso dell'acqua o l'effetto scia lasciato da una luce).
Due cose molto importanti da dire sullo shutter sono le seguenti:
In ambito fotografico: oltre all'effetto di "freeze" del soggetto esiste la regola della lunghezza focale. In pratica non si dovrebbe mai usare una shutter speed inferiore alla lunghezza focale alla quale si sta scattando. Per esempio se si scatta a 50 mm non si dovrebbe scendere sotto 1/50 altrimenti la foto verrà mossa. Qui un approfondimento sulla lunghezza focale.
In ambito video: esiste la regola del framerate. Questa regola dice che il valore dello shutter dovrebbe essere sempre il doppio del valore del framerate utilizzato. Per esempio se si registra a 25 fotogrammi al secondo (valore abbastanza standard) lo shutter dovrebbe essere impostato a 1/50. Questo permette di evitare video scattosi e di conservare l'effetto motion blur, tipico del movimento naturale a cui l'occhio umano è abituato.
Anche in questo caso ogni valore di shutter è il doppio del precedente e la metà del successivo.
Cos'è l'esposimetro?
Abbiamo capito che oltre a produrre effetti creativi, ISO, diaframma e shutter influiscono sulla quantità di luce catturata dalla fotocamera e quindi sull'esposizione dell'immagine.
Ottenere un'immagine esposta correttamente e quindi equilibrata, è fondamentale. Come fare però per accertarsi che l'esposizione sia bilanciata?
Ci sono diversi metodi più o meno affidabili per capire se l'immagine sia esposta correttamente e i primi due sono sicuramente:
il tuo occhio: spesso riuscirai a capirlo osservando l'anteprima dell'immagine e con il tempo svilupperai sempre più esperienza.
la conoscenza della fotocamera che utilizzi: alcuni monitor possono essere ingannevoli quindi la tua conoscenza della macchina a volte è fondamentale per capire se stai esponendo in modo corretto oppure no.
Il primo metodo oggettivo per valutare l'esposizione è l'esposimetro.
Si tratta di uno strumento piuttosto semplice ma efficace. In alcune fotocamere è reso come una specie di righello con diverse tacche. In altri modelli è semplicemente un valore numerico in continuo cambiamento.
Un valore uguale a zero indica il perfetto bilanciamento dell'immagine.
Valori negativi indicano che l'immagine è sottoesposta e va dunque compensata aumentando la luce.
Valori positivi indicano che l'immagine è sovraesposta e va dunque compensata diminuendo la luce.
Valori vicini allo zero, come ad esempio +0.7 o -0.5 non sono drammatici mentre valori come +2 o -2 possono indicare una esposizione piuttosto sbilanciata e quindi da correggere.
Anche l'esposimetro può essere ingannato, ad esempio la presenza di grandi pareti bianche o di zone molto scure nell'immagine lo possono confondere. Per questo motivo mi sento di dirti che l'esposimetro è un ottimo assistente ma la decisione finale dovrebbe spettare sempre al tuo occhio ed alla tua esperienza.
Padroneggiare il triangolo dell'esposizione
La cosa veramente importante è imparare a settare i tre parametri nel modo migliore per ottenere un'immagine equilibrata e creativa.
Padroneggiare i tre parametri richiede tempo ma con l'esperienza e tante prove vedrai che diventerà una cosa naturale anche per te!
Ecco qualche consiglio che ti può aiutare all'inizio:
Il valore di ISO dovrebbe essere il minimo consentito. È probabile che in esterno sarà così ma in ambienti chiusi lo dovrai aumentare. Cerca di non esagerare o ti ritroverai immagini piena di grana.
Aumentare l'apertura del diaframma è il modo più semplice e immediato per avere più luce ma ti costringerà ad accorciare i tempi di scatto, impedendoti effetti creativi di movimento.
Al contrario se chiudi molto il diaframma per compensare ad esempio la luce solare, dovrai allungare i tempi di scatto. Dovrai far attenzione a non allungarli troppo o ti ritroverai foto mosse e video scattosi. Utilizza la regola della lunghezza focale e del framerate come ti ho spiegato nel paragrafo dedicato allo shutter.
Dovrai sempre bilanciare ISO, tempi di scatto e diaframma, ecco perché si parla di triangolo: se apri troppo il diaframma dovrai chiudere lo shutter per compensare e viceversa. Se diminuisci l'ISO dovrai aprire un po' il diaframma o allungare i tempi per avere abbastanza luce. Insomma tutto è collegato e dovrai trovare sempre il giusto equilibrio.
In ambienti chiusi probabilmente avrai poca luce e quindi dovrai aprire completamente il diaframma, allungare al massimo i tempi ed aumentare la sensibilità ISO per avere abbastanza luce.
All'aperto invece ti ritroverai con il problema opposto: troppa luce e quindi necessità di chiudere il diaframma e accorciare i tempi. In questo caso valuta anche l'utilizzo di filtri ND.
Ecco qualche tipica situazione in cui ti potresti ritrovare:
All'aperto in pieno sole: diaframma: tra f/4 e f/10, tempi: 1/50, ISO: 100. Avrai probabilmente ancora un'immagine sovraesposta. A questo punto accorcia i tempo portandoli ad esempio a 1/100 o 1/200 oppure utilizza un filtro ND. Specialmente nel caso di un video è consigliabile utilizzare filtri ND.
Al chiuso con poca luce: diaframma: f/2.8, tempi: 1/50, ISO: 100. Avrai probabilmente un'immagine sottoesposta. A questo punto le cose che puoi fare sono due: aumentare l'ISO fino a che non avrai un'esposizione bilanciata oppure illuminare artificialmente la scena con qualche luce fotografica.
Vuoi fare un ritratto con effetto sfocato all'aperto? Diaframma molto aperto, ad esempio f/2.8 Shutter molto chiuso, ad esempio 1/400 e filtro ND.
Vuoi fare foto sportive in esterno? Tempi molto corti, ad esempio: 1/500 o 1/1000, diaframma molto aperto per compensare e se non hai ancora abbastanza luce aumenta il valore ISO.
Vuoi fare una ripresa in interno con diaframma chiuso, ad esempio per una foto di gruppo? Diaframma chiuso, ad esempio: f/8, tempi impostati seguendo la regola della lunghezza focale, al limite consentito. ISO ad un valore sufficiente per avere una corretta esposizione, ad esempio ISO 1600 o più.
Situazione tipica di ripresa video in esterno: diaframma circa a f/10, shutter a 1/50, ISO a 100, filtro ND per bilanciare.
Situazione tipica di ripresa video in interno: diaframma a f/2.8, shutter a 1/50, valore ISO a compensare la luce, eventuale utilizzo di luci artificiali.
conclusioni
Scrivendo questo post mi sono reso conto di quanto sia complicato spiegare i meccanismi relativi al triangolo dell'esposizione, nonostante molti concetti siano per me naturali e assodati da anni.
L'unico modo per comprenderli a fondo è testarli sul campo, fare centinaia di prove fino a che non diventerà automatico anche per te.
In ambito fotografico esistono anche le modalità semi automatiche che ti permettono ad esempio di impostare il valore del diaframma lasciando alla macchina i tempi o viceversa. Io non mi ci sono mai trovato troppo ma per te potrebbe funzionare. Prova. Va anche detto che io faccio il videomaker, per cui sono abituato a lavorare in modo diverso rispetto ad un fotografo.
In ambito video, che è decisamente più il mio campo, ti posso consigliare uno scenario ideale: ISO al minimo consentito, shutter fisso a 1/50 e regola il diaframma in base alla luce. Se la luce non basta aumenta l'ISO. Se la luce è troppa usa un filtro ND.
Per qualsiasi domanda o dubbio scrivimi nei commenti e cercherò di aiutarti!